Il primato europeo del parto cesareo andrebbe alle donne italiane: il 38% di queste, infatti, ricorrerebbe a questa pratica clinica per far nascere i propri figli. La percentuale - decisamente elevata se consideriamo il limite al 15% posto dall’Oms - ha preoccupato l’Istituto Superiore della Sanità, Iss che ha ritenuto opportuno pubblicare delle nuove linee guida.
“Nel nostro Paese il ricorso al taglio cesareo ha raggiunto livelli allarmanti”, mette in guardia Enrico Garaci Presidente dell’Iss, “sia per il numero di interventi effettuati, sia per la variabilità rilevata tra le diverse regioni e aziende sanitarie”. Dall’Istituto superiore della sanità spiegano chiaramente come sia necessario migliorare il rapporto medico-paziente, poiché solo “informando le donne sui rischi e i vantaggi del parto con taglio cesareo si può arrivare ad una scelta consapevole, fornendo supporto e strumenti anche per vincere l’eventuale paura del parto naturale”. A tal proposito, infatti, Garaci nota che i dati emersi sono “un indizio importante di comportamenti clinico-assistenziali non appropriati, in assenza di prove scientifiche che associno il maggiore ricorso alla chirurgia a una diversa distribuzione dei fattori di rischio materno-fetali o a miglioramenti effettivi degli esiti perinatali”. CONTINUA
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