lunedì 8 febbraio 2010

All’inferno e ritorno

Da SanPatrignano.org

Dal mito illusorio dello svago artificiale all’inesorabile discesa nella dipendenza. Intervista a Roberto Filibeck, autore di un romanzo-saggio con cui avverte i giovani di non cadere nella trappola della dipendenza. E le famiglie a informarsi: sono loro il primo presidio

di Francesca Lippi

Ignoranza, superficialità e disinformazione. Sono le accuse più frequentemente mosse contro i giovani, con un colpevolismo spesso troppo sbrigativo. Ma sono anche le migliori alleate della droga, che sempre tra i ragazzi trova le sue vittime più deboli. Il giornalista e scrittore Roberto Filibeck ha voluto mettere in guardia i giovani con Dieci millimetri di acciaio nella carne, edito da Zona: un ibrido fra il saggio e il romanzo che descrive i pensieri allucinati di un tossico fino alla decisione di smettere. Il libro inizia con un flash back del protagonista, raccontato in prima persona.
«I fattori che mi hanno ispirato sono molteplici», spiega Filibeck, classe 1967. «Da adolescente, a Roma, ho frequentato comitive dove circolavano molti tipi di droghe e alcuni miei cari amici, uno in particolare, ne sono morti. Ma al di là dell’esperienza personale, l’impulso a scrivere mi è arrivato dalla professione che svolgo, dalla cronaca». CONTINUA

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