Io vorrei dire una cosa da persona nata nel Continente e cresciuta nel Continente… Perché non si decide una buona volta cosa sia politicamente corretto o cosa non lo sia? Mi spiego meglio e faccio un discorso più allargato rispetto al territorio Sardo: da dopo il fascismo, si è fatto di tutto per affossare tout court quelli che vennero ritenuti come ideali tipicamente fascisti. Fra questi ci stava il “patriottismo”. Siamo, quindi, diventati uno Stato che non era Nazione: tutto ciò che era italiano, diventava negativo, e fra gli anni ‘60 e gli anni ‘70 c’è stato un vero e proprio dilagare dell’ esterofilia più cieca. Se qualcosa era diverso da noi e non italiano, era automaticamente bello. Io stessa sono stata educata da maestre e professori, dalle elementari al liceo, che affermavano la somma bellezza di ciò che era “diverso” rispetto a tutto quello che poteva definirsi “Italiano”. Non era un modo per educare alla diversità: era letteralmente una critica verso il Patriottismo, ed era una critica più che esplicita. Il Patriottismo veniva indicato come un sentimento malato, sbagliato e politicamente scorretto al pari del Nazionalismo. Io, come molti della mia generazione, abbiamo bene assorbito questo insegnamento, e infatti non ci comportiamo come persone orgogliose di essere italiane. Gli stessi “no global” non si vanno certo a spantecare per il mantenimento di tradizioni e storia italiane: si battono per i diritti di culture di altrui Paesi. CONTINUA
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