Una volta mi sono ritrovata impegnata in una discussione con un mio conoscente sulla questione Tibet. Questo coetaneo mi diceva che la Cina, con la sua conquista, aveva liberato il Tibet dalla corvè e dal servilismo cui era costretto lo Stato in questione per colpa del Dalai Lama e dei Monaci tutti. Questa è una cosa che non mi è nuova, so che è stato anche scritto un testo molto interessante al riguardo, sulle pratiche medioevali del Tibet. Io non sto discutendo su questo.
Successivamente mi ritrovo a navigare fra una lettera ad un Direttore di un quotidiano italiano e… un link personale di un signore, un fotografo (che devo dire sembrava molto bravo nel suo mestiere), che mostrava un viaggio dello stesso da Pechino al Tibet, il tutto in chiare sequenze fotografiche. Ovviamente le immagini partivano dalla stazione ferroviaria, la quale si presentava bellissima, modernissima e pulitissima, con divieti e polizia a controllare ed a mantenere l’ordine. Molte stazioni italiane se le sognano condizioni igieniche di quella portata. Poi: il treno, il quale prima è fotografato da fuori, modernissimo, pulitissimo, ovviamente senza graffiti (anche il treno senza graffiti per gli italiani è un po’ come veder scendere la Madonna giù dal Cielo). Il treno all’interno è attrezzato come un 747 per VIP, con moquette, tendine, toelette pulite come il bagno di casa propria, hostess e chi più ne ha più ne metta. Tutto è bellissimo e ricchissimo e sprigiona profumo di denaro e progresso da ogni poro e da ogni vite. CONTINUA
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